TRATTAMENTI DI RINGIOVANIMENTO DEL VISO, UNA CONVERSAZIONE CON IL CHIRURGO PLASTICO

Tutti i giorni o quasi mi vengono rivolte domande su come la penso rispetto alla chirurgia plastica e in merito alle cosiddette “punturine”, su quali risultati ci si possono aspettare dai trattamenti viso non invasivi come quelli che pratico io e se il primo approccio escluda il secondo.

Ora vi dico chiaramente qual è il mio pensiero a riguardo:

Io amo, scelgo e pratico con convinzione i trattamenti di natura CONSERVATIVA. Cosa significa e cosa sono? Conservativo è tutto quello che posso fare per mantenere la mia pelle nelle migliori condizioni di idratazione, luminosità, minimizzando rughe e microrughe ed ottendendo omogeneità dell’incarnato, infatti questa è la mia specialità: TRATTAMENTI DI SKIN CARE AVANZATO. Che cosa sono? Sono trattamenti viso personalizzati, correttivi con infusione di attivi di altissima qualità, peeling e rieducazione muscolare del volto.

Quindi:

  • no maschera tutti frutti
  • no maschera black che elimina i comedoni (per carità non fate questi esperimenti)
  • no vado in profumeria a scegliere una crema che mi consiglia una signorina gentile ma che non conosce la mia pelle.

Bisogna avere le competenze e gli strumenti adatti. SENNO E’ FUFFA.

Esempio che fuga ogni dubbio:

Il vostro divano in pelle è in condizioni disastrose.

Vi piacerebbe avere un divano con una forma invidiabile, che non dimostra i suoi diciamo vent’anni, ma che poi ha una pelle disastrosa? Farebbe un bell’ effetto nel vostro soggiorno? Non credo.

E se invece avesse una struttura pessima, diciamo completamente svuotata, però avesse una pelle perfetta? Sarebbe ugualmente impresentabile.

Ecco io uso questo esempio per farvi capire quanto siano importanti le figure del chirurgo plastico e della skintherapist, complementari tra loro.

Io mi occupo della bellezza della cute, il chirurgo plastico degli aspetti strutturali.

Meryl Streep è stupenda ancora oggi ma non dimostra vent’anni, siamo d’accordo? E’ sempre lei, solo nella sua forma migliore. Se pensiamo a Meg Ryan la faccenda cambia.

Io voglio apparire nella mia forma migliore, non assumere i connotati di qualcun altro.

Una cura personalizzata della cute associata a interventi invasivi o mini invasivi di un BRAVO Chirurgo Plastico è la via.

Allora facciamo insieme le domande che più vi stanno a cuore, al Dott. Filippo Brighetti, medico chirurgo, specializzato in Chirugia Plastica e Ricostruttiva, che è il nostro riferimento di fiducia.

Cosa significa FILLER?

FILLER È un termine generico che significa: riempitivo.

Si tratta di materiali iniettivi il cui compito è quello di colmare rughe, solchi o volumi.

Normalmente i filler vengono suddivisi in base alla loro capacità di essere riassorbiti, o meno. Si distinguono quindi Filler di tipo: permanente, semi-permanente e riassorbibile. Oggi la quasi totalità dei dottori, io compreso, utilizza esclusivamente materiali riassorbibili, quali l’acido ialuronico.

 Di che natura sono le sostanze che si iniettano?

Negli ultimi vent’anni sono stati utilizzati prodotti di natura estremamente diversa: poliacrilamide, Artecoll, Bio-alcamid sino al terribile olio di silicone!

Quest’ultimo è stato bandito in tutta Europa dal 1993, per i gravi problemi causati. Se qualcuno ne fa uso, lo fa in maniera assolutamente illegale e sconsiderata.

Il re indiscusso dei filler è l’acido ialuronico: si tratta di uno zucchero totalmente riassorbibile, già presente nel nostro corpo in grande quantità. È una molecola idrofila; ha cioè la capacità di richiamare acqua. Per questo motivo, riesce a fornire ai tessuti molli, quali il derma, un eccellente idratazione.

Ma non è tutto: questa idratazione fa sì che venga prodotto collagene dal derma stesso e che la ruga o il volume trattato non torni esattamente come prima! Questo processo biologico è talmente vantaggioso che l’acido ialuronico viene utilizzato in un’infinità di campi: oculistica, ortopedia, odontoiatria, sino ovviamente alla cosmetica.

 Ci sono degli effetti collaterali?

Gli effetti collaterali, nel 99% dei casi, sono legati non al prodotto, ma all’iniezione stessa: lividi, gonfiore e blando dolore nel punto di iniezione.

Anche l’eccessiva quantità di prodotto iniettato o una tecnica inadeguata possono causare problemi: masse palpabili o visibili, linee dal colorito bluastro persistenti (effetto Tyndall) e – in rari casi – necrosi cutanea.

I filler, quindi, non vanno considerati semplicemente delle “punturine”, ma presidii medico-chirurgici che vanno utilizzati da mani navigate.

Quanto dura il risultato?

Il tipo di cute, la mimica facciale e la zona del viso cui è destinato il prodotto sono le variabili che condizionano fortemente la durata dello stesso. I materiali odierni sono estremamente performanti e la durata minima di un buon filler deve essere di sei mesi sino ad un massimo di 12. Però, per via della collageno-sintesi cui accennavamo precedentemente, l’effetto del filler dura sempre di più, trattamento dopo trattamento.

Esiste un’età giusta per incominciare?

Pur senza nevrosi (alcune persone vorrebbero utilizzare il botulino a vent’anni) è ormai certo che è più proficuo trattare le rughe quando ancora siano lievi o moderate, anziché severe e profonde. Nel primo caso, infatti, sarà sufficiente poco materiale ed una sola seduta all’anno, per evitare una evoluzione e un approfondimento delle rughe stesse. Si tratta quindi di una vera e propria prevenzione!

Cosa ne pensa dell’utilizzo quotidiano di creme e sieri ad alta attività su viso e collo?

I filler riescono a trattare efficacemente la singola ruga ma non possono in alcun caso sostituirsi ai principi attivi di creme e sieri i quali curano l’idratazione complessiva e la texture cutanea. In altre parole, le due cose insieme sono assolutamente sinergiche.

Quali sono gli interventi che le donne bolognesi le chiedono più frequentemente?

Mi vengono richieste prevalentemente le chirurgia del seno (Mastoplastica Additiva, Riduttiva, Mastopessi e delle palpebre (Blefaroplastica).

Qual è la sua idea di interventi conservativi?

È presto detto… Odio quei visi di plastica in stile hollywoodiano. Il risultato auspicabile, è quello per cui la gente attorno a te ti veda più fresca, più riposata, ma non ritoccata.

Il timore delle persone che vorrebbero approcciarsi a qualche piccolo ritocco, è PROPRIO quello di ritrovarsi come molti volti noti dello spettacolo, trasfigurati, tutti uguali, caricature ormai.

Ci spiega perché vediamo ancora oggi tanti orrori? Quanto dipende dalla preparazione dei professionisti?

Credo che cantanti, politici, attori e altre personalità note verosimilmente non si affidino all’ultimo dei professionisti: in questi casi è probabile che il medico, semplicemente, ACCONDISCENDA TROPPO alle richieste del paziente.

Se il medico, contro il proprio interesse, dice basta e stop ai trattamenti, è bene ascoltarlo!

Perché con il suo approccio non si corrono certi rischi?

Beh, grazie Chiara per la fiducia! Quantomeno ci provo. Amo risultati delicati e naturali.

È importante che vi sia sintonia tra i gusti di paziente ed operatore.

Insomma sia che io che il Dott. Brighetti siamo d’accordo, l’obiettivo comune è accompagnare le persone nelle varie fasi della vita perseguendo l’armonia delle forme del volto, con grazia e senso della misura.

Spero di avervi aiutato a capire e di aver fugato qualche vostro dubbio, grazie al Dott. Brighetti per l’’aiuto e per la grande disponibilità.

Ora che avete indicazioni precise, non vi resta che prendervi cura di voi.

A presto

Chiara

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